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Passeggeri


Un progetto in cui ho lasciato il cuore. Lo lascio descrivere alle parole di Elisa.



C’È MODO MIGLIORE DI CONOSCERE L’ARTE SE NON QUELLO DI GIOCARCI FINO AD ENTRARCI DENTRO?

Perché un artista ritrae un soggetto?

Perché una persona sceglie di farsi ritrarre?

Cosa comunicano i volti, le espressioni, gli abiti,

i gesti, i colori e tutti gli elementi utilizzati nelle opere?

Quale storia si cela dietro ogni persona ritratta?

Cosa ci raccontano gli artisti?

Inizialmente si è guardato con curiosità alla storia del ritratto e abbiamo quindi individuato e studiato dodici opere d’arte con l’obiettivo di diventarne i protagonisti: la scelta è avvenuta in base alle persone che le avrebbero in seguito “interpretate”.

È stato semplice scorgere in qualche opera alcune delle nostre espressioni, qualche emozione o un tratto della nostra personalità.

Entrare nei panni di quel particolare soggetto in cui ci rivediamo ha reso l’esperienza del contatto con l’arte un gioco arricchente.

La creatività, la sensibilità e il gioco di squadra, come sempre succede nella nostra realtà, sono state il motore che ha permesso di riprodurre le opere fedelmente, ma a costo minimo.

Tutti gli abiti e tutti gli oggetti di scena sono stati creati con materiale di recupero. Nulla è stato acquistato. Un semplicissimo set fotografico fatto con un telo e due luci, montati in Associazione, è diventato il nostro palcoscenico. Le foto sono state quindi stampate a plotter su tela.

In alcune opere è stato necessario intervenire pittoricamente per raggiungere la complessità del quadro mantenendo comunque l’uniformità tra la parte fotografica e quella pittorica. I volontari, con pennelli e colori acrilici, hanno ripreso fedelmente le ambientazioni e le parti mancanti che era impossibile riprodurre in foto.

A partire dall’autunno 2019, ogni giovedì, il gruppo dei volontari che opera nell’Associazione Crescere Insieme, che coordina i partecipanti, si è dedicato con grande attenzione e cura a questo progetto.

Idea e fotografie di Sara Pigozzo con il coordinamento progettuale artistico di Elisa Ambrosi.



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